Pubblicato su politicadomani Num 88 - Febraio 2009

La caldera dei Campi Flegrei

 

Una zona ad elevato rischio vulcanico, abitata da circa 350.000 persone, nella sua parte attiva, e da circa 2 milioni di persone nelle aree circostanti

La caldera dei Campi Flegrei è una struttura vulcanica attiva, interessata negli ultimi 60 ka da una intensa attività vulcanica e da almeno due collassi calderici. Di questi, il più antico è connesso con l’eruzione dell’Ignimbrite Campana (39 ka) ed il più giovane con l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano (15 ka). In entrambi i casi, il vulcanismo che ha seguito la formazione delle caldere è rimasto confinato all’interno delle medesime aree collassate. L’attività vulcanica posteriore all’eruzione del Tufo Giallo Napoletano è stata oggetto di studi approfonditi che hanno consentito di ricostruire la storia eruttiva, vulcanica e deformativa, e di classificare e caratterizzare le numerose eruzioni avvenute. Una precisa conoscenza della dinamica dei fenomeni naturali pericolosi e degli effetti sul territorio connessi con tali eventi è sicuramente uno degli elementi principali per ridurne l’impatto e mitigarne il rischio. Per tale motivo è stata realizzata una banca dati contenente tutte le informazioni relative ai parametri caratteristici delle eruzioni avvenute nella caldera dei Campi Flegrei. I dati, di natura molto eterogenea, provengono da fonti ed archivi in formato molto diverso tra loro e sono stati, pertanto, omogeneizzati e registrati in un’unica banca dati in ambiente GIS.

Abstract degli Atti della 12a Conferenza Nazionale ASITA, l’Aquila 21-24 ottobre 2008, “Caldera dei Campi Flegrei. Costruzione di un sistema informativo integrato (a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Osservatorio Vesuviano)


Carta degli elementi strutturali della caldera dei Campi Flegrei, con indicazione delle bocche eruttive attive negli ultimi 15mila anni, suddivise per classe di magnitudo. Come base è stato utilizzato un DTM (pixel 5 m) con sovrapposta l’urbanizzazione.


Rappresentazione dei dati morfostrutturali e dei dati relativi all’eruzione di Astroni 6 (dati da Isaia et al., 2004; Costa et al., 2008)

 

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